IntervARTista 16° - Laura Ferracioli

L'estate si avvicina e noi siamo alla sedicesima IntervARTista!
 
 
Oggi incontriamo Laura, una vivace illustratrice italiana!

Interv(ART)ista
Tot. domande a Laura Ferracioli

Chi sei e cosa fai? Dai un nome a Te e alla tua Arte.
 
Laura Ferracioli. Creatura umana, mi sforzo di esserlo. Illustratrice e dintorni. Disegno, scrittura e altri possibili sbocchi di manualità e paranoie.

©Laura Ferracioli

Perché lo fai? Quando e come hai cominciato?
 
Perché mi piace farlo. Perché è quello che faccio meglio. Per esprimere qualcosa e, non sempre purtroppo!, per guadagnarmi la pagnotta, cercando che una cosa non escluda l’altra.
A disegnare, da quando ho memoria, più o meno all’asilo come tutti. Quello che ricordo è che non andavo al gabinetto prima di aver finito il disegno e non volevo che nessuno mi guardasse mentre disegnavo. Ho mantenuto solo la seconda caratteristica.
A scrivere, dalle elementari, come tutti. Tema libero: “Il letto”. Commento alle poesie del Leopardi: “Mi rifiuto perché la mia visione è troppo diversa dalla sua” . Lo odiavo perché finiva sempre male. Ma adesso lo amo, naturalmente.
Dopo essermi esaurita alla “maturità” magistrale ho scelto Belle Arti. Alla fine dell’Accademia ho preferito alla pittura (che i docenti vivevano evidentemente come una guerra senza esclusione di colpi) l’illustrazione, che mi sembrava un’applicazione più pratica e tranquilla delle mie supposte qualità. È stato anche fondamentale nella mia scelta il testo “Il mondo incantato”  di Bettelheim, anche se esclude il valore dell’illustrazione delle fiabe. Ma, come si sarà capito, il giorno in cui sono nata, 23 novembre, è il “giorno dell’irriverenza”.

©Laura Ferracioli

Dove e come? Ci presenti il luogo in cui crei e gli strumenti/la tecnica che usi?

Il mio soggiorno è in realtà il mio studio, disordinato e coperto in modo indecente da mucchi di carta e materiale vario. Voglio cambiare, e un giorno lo farò. La cosa più difficile è selezionare e gettare, perché tutto mi sembra potenzialmente utile, usufruibile, anche se non so quando... il brutto è che è proprio così, me ne servo prima o poi. Non ne esco fuori.
Per i disegni bidimensionali (in tutti i sensi, ho uno stile molto grafico) uso le tempere. Sennò disegno a mano, scansiono, e coloro con Photoshop (questo da pochi anni, anche se tutti pensavano che fossero al computer anche gli altri). Dovrei imparare Illustrator, mi dicono.
I disegni 3D sono principalmente in carta colorata ritagliata, con spessori di cartone o polistirolo, dei veri e propri teatrini da fotografare. Niente computer.
Comunque potrei usare qualsiasi tipo di materiale, amo la manualità e basta un’idea adeguata per farmi scattare la voglia di provare materiali nuovi, sempre nel rispetto del mio stile.
 

©Laura Ferracioli

Chi? Colleghi, clienti, datori: rapporti lavorativi?

Amici e colleghi tantissimi, per fortuna. Moltissimi spagnoli, perché ho vissuto a Barcellona dieci anni ed è lì che ho avuto davvero la possibilità di fare quello che volevo. Illustratori, fumettisti, grafici con cui si condividevano stimoli, idee, momenti di  discussione, di lavoro e di festa, il cui rispetto e parere per me sono più importanti anche di quelli dei clienti.
In Italia c’è più individualismo e isolamento purtroppo, paura a non prendersi troppo sul serio, anche se  per fortuna non mancano amici stimolanti e generosi. Mi manca però l’humus creativo dei momenti comuni, la semplicità nello scambio.
Rapporti lavorativi? Miglioreranno quando, soprattutto in Italia, chi ci da lavoro comincerà a considerarci davvero dei lavoratori, e dei professionisti, e a proporci condizioni decorose, di tempo e di vita, per quello che dovrebbe essere un apporto artistico e culturale alla pagina e non un frettoloso riempitivo decorativo dell’ultima ora.

©Laura Ferracioli

Bianco/Nero: qual è l’aspetto più piacevole e quale il più noioso/brutto/antipatico della tua arte?

Il momento più bello per me, forse, è quello dell’entusiasmo iniziale per l’idea che si affaccia alla mente; l’innamoramento, per così dire. Poi mi piace molto, quando è necessaria, la fase della documentazione, lo scoprire e studiare cose nuove in funzione di quello che ho intenzione di fare.
Segue ovviamente panico e horror vacui, superato il quale quello che mi intriga di più è il decidere la sintesi grafica  delle forme e la composizione dell’immagine. La composizione, in effetti, per me è sempre stata qualcosa di naturale e piacevole, mentre il gusto del disegno l’ho acquisito con il tempo: da ragazzina amavo molto di più la fase della colorazione.
Mi annoiano la ripetizione, la banalità, la quantità a scapito della qualità che a volte vengono richieste.
L’aspetto più brutto è arrivare ad odiare il disegno per doverlo fare in condizioni umilianti, sia fisicamente che psicologicamente. Odio sentire al mattino il canto degli uccelli se prima non sono andata a letto. E odio dover lottare perché in un contratto mi venga riconosciuto almeno il minimo di quello di  cui avrei sacrosanto diritto.
 
©Laura Ferracioli

Dove vai? Quale sono i prossimi obbiettivi/progetti?

Non so dove vado. Ho voglia di qualcosa di potente, non so ancora cosa. Qualche tipo di bomba in positivo, la trasformazione della rabbia esplosiva che sentiamo in molti di questi tempi in un Big Bang creatore e non distruttore.
Ma  basterebbe forse qualcosa di molto più piccolo, una scintilla per riacquistare fiducia e scegliere e portare avanti almeno uno dei mille progetti che ogni giorno per un nanosecondo illuminano la giornata. Alcuni elencati in fila da qualche parte, altri no... grande errore!

Ci mostri la creazione, secondo te, meglio riuscita o che meglio ti rappresenta?

Impossibile, ho tanti “figli”, ma come posso sceglierne uno? E poi si cambia col tempo. Succede che quello che piaceva di più in un certo momento non sia la stessa cosa che sceglieresti in un altro.
Mi rappresentano, comunque alcune caratteristiche: studio dell’idea espressa nel testo, e chiarezza nell’esprimerla o interpretarla o commentarla,  bidimensionalità e vivacità di colori nelle immagini, composizione,  un certo sense of humor e un punto grottesco che mi permettono di evitare quel tipo di immagini che alzano pericolosamente i trigliceridi, e che odio quando vengono classificate per “troppo femminili”.
No, non posso scegliere un’immagine. Anche se, naturalmente, non ti passerò per il blog quello che mi piace di meno ^____^!
 
Dove possiamo trovarti?
Ho appena inaugurato la pagina web:
 
 
Se volete lasciare un commento, nella parte dei contatti c’è la possibilità di farlo.
Grazie Ilaria per questa bella finestra nel tuo blog!


Un GRAZIE coloratissimo a Laura, per la partecipazione e per avermi permesso di pubblicare le sue creazioni!

Buona creatività!

  

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